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Stanchezza da pandemia…come affrontarla, ancora?

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Questa pandemia sta mettendo a dura prova tutti noi, un DPCM dopo l’altro crescono in noi la paura, e la preoccupazione, ma anche ( e soprattutto) la STANCHEZZA, L’IRREQUIETUDINE, e lo SFINIMENTO per questa situazione, per una vita che cambia giorno dopo giorno e che ci sembra di non poter controllare.

Ed è questo il nodo centrale del documento che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stilato per fornire agli Stati membri una struttura di pianificazione e strategia per aiutare le popolazioni in questo momento così complesso ( trovi a fine articolo il link al documento originale completo).

Proprio l’OMS definisce questa particolare stanchezza pandemica, ovvero una risposta attesa e naturale ad una prolungata crisi della salute pubblica, a cui va aggiunto che la gravità e l’entità della pandemia COVID-19 hanno richiesto l’attuazione di misure estremamente invasive, con impatti senza precedenti sulla vita quotidiana di tutti, compresi coloro che non sono stati direttamente interessati da il virus.

È quindi naturale sentirci così stanchi e sfiniti, soprattutto alla luce di 2 fattori:

  1. La percezione che la salute mentale e fisica, siano in continuo peggioramento.
  2. L’implementazione di misure ( di cura e prevenzione) che incidono ed invadono in maniera importante le nostre vite.

Condizioni queste che ci fanno dire “ non ne posso più, sono stanco”, fino a sfociare in quella che l’OMS chiama ANERGIA, ovvero la perdita di forza fisica e mentale … che badiamo bene, è ben diversa dalla pigrizia! L’anergia è infatti una fatica che nasce dalla demotivazione, dall’insofferenza a regole e comportamenti imposti per lungo tempo, e dall’ osservanza dei quali non ci sembra di trarre benefici… anzi!

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Considerate le premesse, ecco le 4 chiavi di lettura che l’OMS suggerisce agli Stati membri:

  1. CERCARE DI CAPIRE DI PIU’ LE PERSONE.
    È fondamentale, ora più che mai, avere riguardo per la psiche della gente, delle persone ed impegnarsi davvero a che nessuno venga lasciato indietro. Ed in questo senso l’OMS incoraggia il dialogo all’interno di scuole, università, luoghi di lavoro, per diffondere l’importanza dei comportamenti di prevenzione e sicurezza da un lato, e per far emergere disagi, paure e problematiche dall’altro, così che ognuno abbia il tipo di supporto di cui necessita.
    Partendo da qui, dall’importanza delle persone, discendono i seguenti 3 consigli.
  2. INGAGGIARE LE PERSONE COME PARTI ATTIVE.
    È bene ricordarci che siamo parti attive di questa situazione, possiamo infatti essere parte del problema o parte della soluzione, e nell’uno e nell’altro caso siamo una parte importante. Ed è solo sentendoci partecipi del problema, solo se pensiamo di poter incidere davvero che saremo spinti ad impegnarci per ottenere un risultato.

    Ed in questo senso trasformiamo il pensiero “ la pandemia controlla i nostri comportamenti” in “controlliamo la pandemia con i nostri comportamenti”.

    Dopotutto, nessuno si impegna a cercare una casa o un lavoro se poi sa già che non ci andrà a vivere o se è convinto che non lo troverà mai!

  3. TROVARE UN’ EQUILIBRIO TRA LE NOSTRE VITE E LA RIDUZIONE DEI RISCHI.
    L’OMS invita gli Stati a far si che le persone possano portare avanti la vita, il lavoro, la famiglia nel modo più normale possibile, con delle regole si, ma senza fermarci definitivamente. L’invito è quello di non barricarsi totalmente, non bloccarsi definitivamente sul divano pensando che non ci sia nulla da fare, ma vivere, facendo attenzione e riducendo il più possibile i rischi.

    Ovvero, cambiando dentro di noi il messaggio da “non si può fare più nulla” a “possiamo farlo differentemente”.

  4. NON DIMENTICARE MAI QUANTO PER LE PERSONE SIA DIFFICILE QUESTA SITUAZIONE.
    È una situazione difficile, faticosa, ed è una fatica quotidiana e prolungata, tanto che gli studi hanno dimostrato che la percezione di perdita relativa alla pandemia è maggiore rispetto alla percezione di perdita legata al virus stesso.
    E l’OMS invita gli Stati a non sottovalutare mai questo aspetto fondamentale, creando dove possibile degli aiuti concreti alla popolazione, dal punto di vista sia economico che psicologico e sociale.

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Ma non solo, per supportare questo processo, l’OMS propone anche 5 principi trasversali che sempre e comunque devono essere a fondamento di ogni decisione e comunicazione tra istituzioni e cittadini in questo periodo di “crisi”.

  • Coordinazione – ad esempio tra le fonti di informazione, dove spesso si sovrappongo voci discordanti e si crea solo confusione-.
  • Prevedibilità – intesa come comunicazione precisa delle tempistiche di intervento ad esempio-.
  • Equità – ovvero la necessità che le decisioni vegano prese sulla base di opinioni autorevoli e criteri oggettivi, e non sulla base di “simpatie” arbitrarie-.
  • Trasparenza – ad esempio nella condivisione delle reali motivazioni alla base delle decisioni-.
    – Consistenza – ovvero coerenza nelle decisioni- .

E sulla base di questi due ultimi principi fondamentali, voglio darti e darci anche io 3 consigli più “spiccioli” per affrontare questo nuovo periodo di restrizioni, e per la vita in generale.

  1. Scegliamo sempre la CHIAREZZA INFORMATIVA.
    – Quando ci informiamo ( da utenti ), o quando riportiamo notizie (se siamo giornalisti, blogger, influencer…) scegliamo sempre 1/2 fonti certe, autorevoli, magari super partes e chiare. Confrontiamoci con chi ha idee diverse dalle nostre, ma facciamolo con chiarezza.
    – Scegliamo bene cosa ascoltare e cosa dire, optiamo per la chiarezza informativa e non la “bulimia delle informazioni”, che dentro la confusione e la stanchezza, i dubbi e le incertezze non fanno che aumentare.
  2. Agiamo in maniera CONSISTENTE.
    Laddove è necessario, impariamo a mettere dei confini prudenziali e facciamolo con consistenza, con coerenza, ogni volta che ce n’è bisogno, in ogni contesto con chiunque abbiamo davanti.
    È faticoso mettere dei confini e delle regole, ma importante. Oggi più che mai.
  3. Troviamo una BUONA GUIDA GIORNALIERA.
    Ricostruiamoci una routine personale, familiare, lavorativa, che duri dei mesi (non dei giorni), rinegoziamo e riorientiamo le nostre azioni in un’ottica di protezione, nostra e degli altri.Più ci proteggiamo e meglio è.

Siamo tutti nella stessa situazione, è un momento difficile e a volte trovare il coraggio e la forza per combattere ci sembra la cosa più difficile, ma usiamo una metafora sportiva, pensiamo di essere dei maratoneti… il percorso è lungo, sembra di non arrivare mai, ma il traguardo è li che ci aspetta. Un passo dopo l’altro arriveremo a tagliarlo, tutti insieme.

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