La creatività per molto tempo (secoli) è stata vissuta come una dote innata, un patrimonio esclusivo di pochi eletti. I tempi sono cambiati, le ricerche moltiplicate, eppure ancora oggi, spesso il pensiero creativo viene vissuto come un dono che viene “dall’alto”, della serie: “o ce l’hai o non ce l’hai”.
Ma è davvero così?
Numerosi sono stati gli studi nel tempo per cercare di capire quale parte del cervello venga maggiormente coinvolta nell’atto del “creare”, all’inizio si pensava fosse solo l’emisfero destro quello deputato alla creatività, poi è emerso da numerose ricerche che quando siamo impegnati con qualsiasi tipo di processo creativo, in realtà un gran numero di regioni del cervello si attivano, le stesse che si attivano anche in molti processi cognitivi cosiddetti “ordinari”, tanto che la creatività è stata considerata il prodotto di una complessa interazione tra processi cognitivi “ordinari” ed emozione.
Ad oggi non c’è ancora un accordo unanime tra i ricercatori su quali siano le precise aree cerebrali coinvolte nel processo creativo, anche se un punto di incontro sembra essere il coinvolgimento della corteccia prefrontale del cervello (nonostante non si sia effettivamente ancora chiarita la misura di tale coinvolgimento).
A cosa ci servono queste informazioni scientifiche?
A farci capire che la creatività, il pensiero creativo… il vivere una vita creativa non dipende da doti innate, o da quanto siamo intelligenti! E soprattutto, che se non ci siamo sentiti creativi fino ad oggi, non vuol dire che non possiamo esserlo domani!
La creatività, il pensiero creativo, infatti, come ogni altro pensiero, può essere allenato.
Esatto! Proprio come alleniamo il pensiero logico, il pensiero matematico…così possiamo allenare il pensiero creativo!
L’altro giorno mi sono imbattuta in una TEDx talk al riguardo (trovi in fondo il link per guardarla) tenuta da David Kelley (noto deisgner e professore alla Stanford University), il quale racconta come la creatività “allenata”, “sviluppata”, “acquisita”, di un tecnico, abbia cambiato la vita a molti bambini in difficoltà.
- Si parla di Doug Diettz, un tecnico che progetta apparecchiature mediche di grandi dimensioni per risonanze magnetiche. Un giorno Doug era in ospedale per controllare una delle sue apparecchiature, quando vide una famiglia, la figlia piccola piangeva terrorizzata, così scoprì che quasi l’80% dei pazienti pediatrici dell’ospedale doveva essere sedato prima della risonanza. Fu un grande dispiacere per Doug, e una grande delusione, grazie alla macchina poteva salvare delle vite, si, ma ciò che lo ferì profondamente fu vedere la paura che questa macchina suscitava nei bambini. Fu allora che Doug si concentrò a cercare una soluzione creativa per diminuire il più possibile quella paura così grande, ed ecco alla fine cosa ideò: convertì il macchinario in un’avventura per i bambini. Dipinse le pareti e la macchina ed aggiornò gli operatori in modo che facessero sentire i bambini immersi in un grande gioco. E così, ogni volta che uno di loro entrava nella grande macchina delle risonanze in realtà stava salendo su una nave pirata, ed aveva il compito di stare fermo per non farsi trovare dai pirati!
E i risultati furono incredibili: da un 80% circa di bimbi che prima dovevano essere sedati si passò a un 10% circa, addirittura ci fu una bambina che disse alla mamma: “Mamma, possiamo tornarci domani?”.
Ecco, Doug era un tecnico, costruiva macchinari super scientifici e tecnologici e si sentiva tutto, meno che creativo. Eppure, ad un certo punto ha deciso che doveva diventare creativo, sforzarsi di esserlo per dare un po’ di sollievo a quei bambini.
Questo ci dimostra che il pensiero creativo in realtà è in ognuno di noi, va allenato, perché più lo alleniamo e più ci riuscirà facile, certo, ma c’è! E sta a noi avere la voglia di allenarlo!
E proprio perché io credo molto nell’importanza della creatività e del pensiero creativo, ti lascio qui qualche consiglio pratico per allenarti… ad allenarlo:
- 1000 usi di:
prendi un oggetto “a caso”, ad es. una penna; perfetto, serve a scrivere… e cos’altro??
Magari può essere lo scettro di una barbie, può essere un fermacapelli, se ne abbiamo tante possono diventare degli shanghai…(Puoi provare a fare questo gioco anche con un elastico, un fermaporta, una candela, un ciondolo…E nel farlo magari puoi coinvolgere degli amici!). - Coltiva le storie:
possiamo ad esempio raccontare ai nostri figli le favole della buonanotte in maniera “canonica”, “letterale”, oppure possiamo arricchirle di dettagli sensoriali (profumi, consistenze, colori)… e da un dettaglio possiamo creare altre mille storie!Possiamo fare questo esercizio con i nostri figli, ma anche nella frenetica vita di tutti i giorni. Ad esempio potremmo inventare mille storie sulle persone che ci circondano (cassiera del supermercato, fornaio, vicino di autobus…). - Il punto della creatività non è avere l’idea perfetta, giusta, non è avere una creatività scientifica, a comando… come a dire “mi siedo, voglio essere creativo e ho l’idea”! Il punto è allenarsi alla proliferazione e alla fantasia, per arrivare ad avere un bacino di idee più vasto possibile tra le quali scegliere! È più facile che l’idea “giusta” mi arrivi tra 100 idee, piuttosto che tra 2!
Probabilmente, a meno che non svolgiamo lavori creativi, siamo portati dall’abitudine ad allenare di più il nostro pensiero logico, razionale, deduttivo… ma ogni tanto dovremmo dedicare tempo ad allenare la nostra immaginazione, ricordandoci sempre le parole di Cartesio:
“La ragione non è nulla senza l’immaginazione”.
Per approfondire il tema, guarda: